In viaggio con i pesci, che bel ricordo!

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Io e la mia famiglia non si viaggiava molto, si doveva lavorare.

Ma ogni estate potevamo contare sul viaggio delle vacanze.

Degli amici affittavano al babbo una grande casa nella campagna senese, là io e mia sorella ci sentivamo liberi e a contatto della natura, finalmente la sera potevamo gioire delle lucciole e di un immenso cielo stellato, chi lo vedeva mai in città!

Una volta partimmo all’alba per poter arrivare prima in campagna e non incappare nelle odiose code estive; la Renault blu del babbo era carica, ma mancava ancora qualcosa di importante: il nostro acquario!

Quella volta saremmo stati via per un lungo mese e non potevamo lasciare i nostri pesciolini a casa, incustoditi.

Così caricammo anche l’acquario in auto nel sedile dietro, dove io e mia sorella ci trovavamo già incastrate fra sacchetti e borse. Lungo il viaggio pieno di curve e saliscendi, guardavo con una certa preoccupazione quell’acqua che a volte tracimava un po’. Poveri pesci dicevo!

Ma fortunatamente per loro, spesso il babbo doveva fermarsi, perché a me e a mia sorella con tutte quelle curve veniva il mal di stomaco. Così sostavamo un po’ per riprender tutti fiato, per poi continuare il nostro viaggio, lontani dalla caotica città.

Quel giorno tutto proseguiva tranquillo e già riconoscevamo da alcuni segni l’avvicinarsi della grande casa, oramai non mancava molto all’arrivo. Ma fu un cane a interrompere bruscamente il nostro cammino, un silenzioso cane che improvvisamente sbucò da un lato e attraversò la nostra strada. Il babbo se lo vide apparire davanti e per scansarlo dovette inevitabilmente frenare malamente. Noi sorelle fummo sballottate, ma riuscimmo a rimanere più o meno sedute, i pesci invece piombarono da dietro, come missili sulla testa dei miei genitori, accompagnati da un’ondata di acqua: – Oddio i pesci! – Esclamammo all’unisono.

Poveri animaletti, saltellarono per un po’ sul cruscotto della macchina e sopra i sedili, poi scivolarono sui tappetini zuppi di acqua non proprio limpida! Subito il babbo, io e mia sorella iniziammo una lotta furibonda per riprenderli ma ci sgusciavano in continuazione.

La mamma invece era uscita fuori dall’abitacolo infastidita, anzi piuttosto infuriata: il suo tailleur beige delle grandi occasioni si era infradiciato e non emanava certo un buon odore, così quando sarebbe arrivata al vicino paesino, non avrebbe fatto una bella figura con le sue vecchie conoscenti.

Per fortuna ci portavamo sempre una tanica di acqua nel portabagagli, la nostra auto spesso ne aveva bisogno, così i piccoletti furono tutti ripresi e rifocillati nella nuova acqua dell’acquario. I pesci quella volta presero sicuramente un grande spavento. Noi anche, ma passati i primi minuti di sgomento … iniziammo a ridere e a ridere come matti e anche la mamma.

Sicuramente il ricordo più divertente che ha coinvolto tutta la nostra famiglia è legato a quell’episodio, un caro ricordo indelebile. Infatti lo abbiamo sempre raccontato ad amici e parenti e naturalmente ogni volta ognuno ricorda qualcosa di diverso, ma sempre accompagnato dai lucciconi di grasse risate.

Patrizia Cellerini

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