Il gatto

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Una storia nella Storia

Sono gli uomini a scrivere la Storia nello scorrere del tempo con le loro azioni ed emozioni, lasciando spazio anche all’amore romantico che nasce in paesi lontani.

Il mio racconto trova inizio nel 1927, quando il giovane Umberto Tulipano, al termine del Corso presso la Scuola Specialisti A.M. di Capua, venne destinato all’Idroscalo “G.Rossetti” di Lero, nel Dodecanneso italiano.

L’isola era costellata da tanti piccoli paesi, molto suggestivi e il giovane aviatore, nel tempo libero dal servizio, amava gironzolare per l’isola, per goderne la bellezza e conoscere meglio l’ambiente che lo circondava.

In una di quelle sue passeggiate, dopo qualche anno della sua permanenza in quella ridente località, si era già nel 1934, gli capitò di intravvedere, affacciata ad una finestra, una bella fanciulla del luogo. Angheliki, che rimase colpita dallo sguardo intenso dello “straniero” e dalla sua bella uniforme grigio-azzurra, ormai da Sergente Maggiore della R. Aeronautica Italiana.

All’inizio il loro fu un amore contrastato, fatto solo di innocenti incontri strada-finestra e da bigliettini nascosti negli anfratti di un muro di cinta, perché il papà greco non vedeva di buon occhio quell’amore con un “italiano”, ma la perseveranza dei due innamorati, li portò al matrimonio, per cui la sposa, di religione ortodossa, dovette abiurare la sua fede per abbracciare quella dello sposo. Era il 1936, nel 1938 la famiglia fu allietata dalla nascita del piccolo Eugenio e nel dicembre del ’40, dal piccolo Luigi, quando era ormai in atto il II Conflitto Mondiale.

Gli Inglesi non risparmiavano l’isola dalle loro incursioni e la R. Aeronautica ritenne opportuno rimpatriare il personale con famiglia e nel mese di ottobre del ’41, Umberto Tulipano, da poco promosso maresciallo, dopo un viaggio avventuroso, in nave fino a Rodi e in aereo fino a Brindisi, portava la famiglia in Italia, assegnato all’aeroporto di Capua.

Per circa due anni la famiglia Tulipano poté godere della nuova destinazione, ma gli eventi conseguenti l’armistizio dell’8 settembre 1943 portarono scompiglio anche in quella cittadina bombardata e quasi distrutta da un feroce raid anglo-americano del 9 settembre, che aveva distrutto i ponti sul Volturno e tante abitazioni.

L’aeroporto era stato subito occupato dalle truppe tedesche, non più “alleate”, lasciando nella incertezza più assoluta il personale in servizio, costretto all’improvviso a fare le sue scelte: consegnarsi ai tedeschi, ormai chiaramente ostili o tentare di eludere la loro cattura.

Il giovane maresciallo Tulipano, ancora incerto sulle decisioni da prendere, era in casa quando una pattuglia tedesca, armata fino ai denti, bussava alla porta per catturarlo; la signora Angheliki, conscia del pericolo, aiutò il marito a trovare rifugio in un soppalco dell’abitazione, il cui accesso occultò con un quadro a muro di Santa Rita da Cascia.

La pattuglia, dopo aver perquisito senza tanti riguardi tutta la casa, si lasciò impietosire dai due bambini impauriti, stretti alle gambe della mamma, che continuava a ripetere nel suo italiano stentato “marito morto, guerra” e, dopo aver promesso di tornare per portare biscotti ai bambini, si allontanava, poco convinta dell’esito dell’irruzione.

La minaccia di una nuova visita spingeva la famiglia a lasciare l’abitazione per rifugiarsi sui monti circostanti e, dopo giorni di marce forzate, riusciva a superare la linea del Volturno e il crinale appenninico e raggiungere, lacera ed affamata, Brindisi, dove il maresciallo Tulipano poteva riprendere servizio, destinato prima a Campomarino, poi a Campo Vesuvio ed alla fine della guerra era a Galatina (Lecce), dove la famiglia poteva riunirsi.

La guerra era intanto terminata, ma gli accordi di pace, che prevedevano drastici tagli agli organici delle FF.AA. mettevano il maresciallo Umberto Tulipano, nonostante i suoi anni di servizio in Patria e Oltremare, “in congedo”, all’improvviso “senza lavoro e senza stipendio”.

Anni duri, in cui piccoli lavori e aiuti da parenti americani della signora Angheliki, aiutarono la famiglia ad andare avanti fino all’autunno del ’49, quando l’Aeronautica lo richiamò in servizio presso l’aeroporto Jacopo Calò Carducci di Bari-Palese e gli assegnò un alloggio nel Villaggio Azzurro “Alessandro Miglia”, ubicato nei pressi dell’aeroporto.

Gli alloggi, già depositi di materiale anglo-americano, per quelle famiglie, finalmente riunite sotto un tetto, nella legalità, pace, lavoro, erano un caldo rifugio dove ricominciare a vivere.

Faceva parte della famiglia Tulipano un gatto soriano, “Mimmino”, che, durante il viaggio di trasferimento a Palese, era riuscito ad allontanarsi con grande dispiacere dei bambini; circa un mese dopo, fu ritrovato incattivito e affamato nei pressi dell’abitazione precedente e riportato ai padroncini; ma quel periodo di solitudine e appetito mal soddisfatto avevano risvegliato in lui istinti primordiali, facendone un abile cacciatore, la cui strategia, attuata nel Villaggio Azzurro, gli costò la vita, perché le signore, esasperate dai continui furti, ne avevano decretato l’eliminazione e “Mimmino” fu ritrovato morto, in uno dei giardinetti più isolati. Non si seppe mai il come e il quando, certamente fu la sua ingordigia a tradirlo.

E’ in quel periodo che ho incontrato la famiglia Tulipano, cari amici dei miei genitori, sono cresciuta con i ragazzi italo-greci, condividendo con loro la spensierata adolescenza, in una amicizia semplice ed affettuosa, in cui mi piaceva ascoltare la loro “storia”, raccontata dalla signora Angheliki, in un italiano quasi perfetto, in cui le doppie non sempre erano rispettate.

Con il trascorrere degli anni ognuno ha preso la sua strada, lasciando immutata la nostra amicizia, mentre l’isola di Lero restava la loro meta preferita per le vacanze, dove ritrovare parenti e amici, per anni la casa originaria dell’incontro malandrino,in zona Platanos, da cui si poteva godere un scorcio del mare di Aghia Maina, ristrutturata ed ampliata, è stata rallegrata dal vociare delle nuove generazioni di famiglia.

Il 5 settembre 2016, nella cornice della ridente isola greca, l’Associazione Italiana Amici di Leros ha organizzato con il patrocinio dell’Aeronautica Italiana una serie di eventi per ricordare e commemorare la presenza italiana in quell’isola, tra gli ospiti d’onore c’era Luigi Tulipano, quale rappresentante di suo padre, orgoglioso della sua origine greca.

Il racconto è tratto da “appunti” di Luigi Tulipano, già Professore Ordinario di Geologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, scomparso, dopo una grave malattia, il 3 ottobre 2017, che, quasi “a memoria storica”, me ne aveva fatto dono poco tempo prima.

Maria Laura Cersosimo

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