
Una maestra davvero preziosa
Quella sera c’era un’atmosfera insolita nel sotterraneo Regno dei Minerali.
Nel Salone dei Cristalli Re Diamante sedeva preoccupato sul trono, aspettando l’arrivo del messaggero. Il Ciambellano Pirite luccicava, indaffarato ad accogliere i cortigiani che avrebbero partecipato al Gran Consiglio indetto con urgenza dal Re.
Uno squillo di tromba annunciò l’arrivo della Regina Ametista, seguita dalla principessa Giada e dai principi Oro e Argento.
I sovrani e i cortigiani si disposero nel Salone, ognuno nel proprio posto d’onore.
“Benvenuti consiglieri e cortigiani.” cominciò Re Diamante in tono solenne “Vi ricordo che siete i componenti dell’Assemblea Oligominerale, ossia quei pochi prescelti chiamati a decidere le sorti del Regno.”
In quel momento il messaggero entrò di corsa nel Salone e si inchinò trafelato davanti al sovrano.
“Maestà, vi porto cattive notizie…”
“Parla, mio fido Quarzo. La tua trasparenza è ben nota. Sono certo che non mi ingannerai.”
“Vengo dal Regno Vegetale” ansimò il messaggero “Le nostre vicine, le Radici, stanno soffrendo terribilmente! Le Piante, gli Alberi stanno morendo avvelenati! Anche i sudditi del Regno Animale sono in difficoltà e cominciano ad avere problemi di sopravvivenza.”
Re Diamante balzò in piedi.
“Come è possibile?”
“Qualcosa ha contaminato la Sorgente, maestà.”
“Qualcosa sopra di noi!” si adirò il Re “Qualcosa che ha a che fare con il Regno degli Umani!”
“Non lo sappiamo, maestà.” replicò Quarzo “Tra poco giungeranno i nostri inviati dal Soprasuolo: la Pattuglia dei Gas Naturali è andata tra gli Umani e non tarderà a riferirci cosa sta accadendo.”
“Intendi gli inviati speciali?”
“Certo: i Gas sono gli unici che possono entrare ed uscire con facilità dal Regno del Sottosuolo.”
In quel momento una nuvola gassosa annunciò l’arrivo della Pattuglia.
Una figura vaporosa si inchinò dinanzi al sovrano.
“Ho cattive notizie, maestà.”
“Anche voi, colonnello Metano?!”
“Purtroppo sì, mio sovrano. Dalla perlustrazione nel Regno degli Umani, risulta che una fabbrica, così la chiamano, scarica sostanze velenose nel torrente della vallata.”
“Una fabbrica?”
“Sembra che produca cioccolata.” intervenne il capitan Butano “E’ una sostanza dolce molto amata dagli umani.”
“La conosco! Arriva sempre qualche cartaccia qui da noi.”
“Purtroppo siamo dovuti rientrare in fretta. Sa bene che non possiamo restare a lungo in superficie: rischieremmo di alterare l’aria che respirano gli Umani.”
“C’è dell’altro…” aggiunse il sergente Propano “Nella foresta stanno tagliando gli alberi per far posto ad altre fabbriche! E’ una notizia riportata anche dal Gazzettino del Sottosuolo.”
“E’ inaudito!” si infuriò Re Diamante “Dopo tutto quello che facciamo per gli umani! Dopo tutti i materiali che offriamo loro! Basta, chiamate il generale Magma!”
“Cosa volete fare, maestà?” si preoccupò Butano.
“Voglio attivare l’esercito: il generale Magma dispone di uno schieramento potentissimo, formato da Lapilli, Ceneri e Lava! Chiederò anche al generale Terremoto, lui sì che sa far tremare tutti!”
“Già!” commentò il leggerissimo Talco “Quando il generale fissa l’Ipocentro e decide di inviare le sue Onde Sismiche, non c’è niente da fare!”
Un mormorio preoccupato si diffuse in crescendo per tutto il Salone dei Cristalli.
“Scusate, maestà.” si inserì la principessa Giada “Non credo che questa sia la decisione giusta. Non dobbiamo colpire gli umani, non sono tutti responsabili.”
“Non riuscirai a convincere Re Diamante” sussurrò la regina Ametista “lo sai quanto è famosa la sua durezza.”
“Usiamo la diplomazia.” continuò Giada “Qualcuno di noi potrebbe andare nel Soprasuolo a dialogare con gli Umani.”
“No! Io sono d’accordo con il Re!” intervenne il consigliere Granito “Sono per la linea dura e non mi smuovo dalle mie decisioni!”
“Giusto, diamo una lezione a quegli Umani!” dichiararono Carbone e Petrolio, neri dalla rabbia.
“Non avete un briciolo di sale nella zucca!” esclamò Salgemma “La principessa Giada ha ragione: ci vuole diplomazia.”
“Va bene.” acconsentì Re Diamante “Ma chi si offrirà per la missione? Convincere un Umano non è un’impresa semplice!”
“Non contate su di me.” mormorò l’anziano ambasciatore Calcite “Non ho più l’età! La vita sedentaria, pardon, sedimentaria mi ha tolto tutte le energie!”
“Potrebbero andare i prìncipi!” propose l’elegante Topazio.
“Io non posso.” disse Argento “Sapete bene che, appena mi espongo all’aria, mi annerisco e perdo lucidità.”
“Io sono troppo nobile per questo tipo di operazioni!” aggiunse Oro.
“Non è il momento di fare i preziosi!” si arrabbiò il Re “La situazione è critica!”
“Maestà, se acconsentite, andrò io.” La voce decisa della principessa riportò il silenzio nel Salone dei Cristalli.
“Mia cara, pensaci bene. Ricorda che non sei un comune minerale, tu sei una Gemma!”
“Permettetemi di provare, maestà.”
“E va bene! Ma sappi che dovrai assumere sembianze umane, rinunciare alla tua lucentezza, alla tua immortalità.”
“Non importa, dopo la missione tornerò la Giada di sempre.”
“Un’ultima cosa mia cara,” intervenne la regina preoccupata “non vorrai mica andare da sola?”
“Mi accompagnerà Ardesia: è la mia più cara amica e, in qualità di roccia metamorfica, potrà trasformarsi in qualsiasi cosa io abbia bisogno.”
“Bene.” concluse Re Diamante “Che la missione abbia inizio!”
Giada attraversò con passo deciso cunicoli sotterranei e passaggi oscuri ed arrivò alla Grotta dei Solfuri, dove vivevano il Mago Zolfo Rodolfo e il suo aiutante Ferruccio Ferro.
L’ambiente era saturo di vapori biancastri. Il Mago, intento a leggere libri magici, si accorse della presenza della principessa e si inchinò profondamente.
“Ti aspettavo.” disse con voce profonda “L’incantesimo è pronto.”
“Anch’io sono pronta.”
“Ok. Vieni Ferruccio!” chiamò “Portami il filtro magico!”
L’aiutante avanzò lentamente, sorreggendo un’ampollina con un liquido spumeggiante.
“Su, forza!” esclamò il Mago “Lumacone!”
Ferruccio Ferro sospirò: “Con questa umidità mi sento tutto arrugginito. Avrei bisogno di una pozione antiossidante!”
Ma Zolfo Rodolfo ignorò la richiesta e porse il filtro alla principessa.
“Sappi che quando ti trasformerai in essere umano diventerai vulnerabile: potresti ferirti, ammalarti, soffrire…”
“Soffrire? Cosa vuol dire?”
“Gli Umani hanno una debolezza: provano sentimenti. Nel loro mondo esistono l’odio, il dolore, la gelosia, l’invidia…” elencò il Mago “e il sentimento più pericoloso di tutti: l’amore.”
“Amore? Non sembra una cosa brutta…”
“Mia cara, fai attenzione. Del mondo degli umani non ci si può fidare!”
“Va bene, ma ora procediamo. Ardesia mi sta aspettando: si è trasformata in uno zainetto per non dare nell’occhio. Io mi fingerò un’operaia e potrò introdurmi nella fabbrica. Quanta autonomia ha questo filtro?”
“Secondo il foglio illustrativo è garantito per un tempo pari ad un giorno terrestre. Ma fai attenzione: come tutti i filtri magici, ha delle controindicazioni: se verrai a contatto con dell’acido citrico, come il succo di limone, rimarrai con sembianze umane per sempre!”
“Ok, cercherò di evitare le spremute di agrumi!” scherzò la principessa “A proposito, che aspetto avrò?”
“Ho studiato a lungo gli Umani e diventerai quello che loro definiscono una bella ragazza.”
Il Mago prese il filtro spumeggiante e lo versò sulla principessa.
“In bocca all’humus, Giada.” augurò il Mago.
Il primo problema fu affrontare la luce del sole: era accecante e le feriva le delicate pupille. Non riusciva a distinguere dove si trovava, ma le arrivava un profumo invitante.
“Benvenuta tra gli umani!” le disse il suo zainetto.
“Ardesia, sei qui! Mi sentivo così spaesata!”
“Tranquilla, conosco abbastanza gli umani. Sono stata una lavagna nelle scuole, insieme ai parenti del paggetto Gesso, e ciò che ho imparato ci tornerà utile.”
“Bene, allora spiegami dove siamo.”
“Ci troviamo nel cortile della fabbrica, quello che senti è un delizioso profumo di cioccolata e quello che sta arrivando è il proprietario! Mi trasformo in un paio di occhiali da sole, così potrai vederlo meglio!”
“In un paio di che…?” chiese Giada ma Ardesia era già sul suo naso, sotto forma di lenti all’ultima moda.
Alto e slanciato, stava sopraggiungendo un bel ragazzo vestito in modo sportivo. Non appena vide Giada, si fermò perplesso.
“Ci conosciamo?” disse con voce profonda.
La principessa sentì un brivido lungo la schiena, una sensazione nuova e inaspettata.
“Su, rispondi!” le suggerì Ardesia.
“Sei una delle mie operaie?” continuò il ragazzo.
Giada prese coraggio: “Sono nuova, ma conosco perfettamente il lavoro che dovrò fare!”
“Bene, mi piacciono le persone decise!”
A quel punto, Giada si tolse gli occhiali e li infilò in tasca, con grande disappunto di Ardesia.
“Hai degli occhi meravigliosi…” mormorò il ragazzo “Sono di un verde incantevole. Come ti chiami?”
“Giada, e tu?”
“Io sono Leo e dirigo questa fabbrica da pochi mesi, al posto di mio padre.”
“Pensi di fare la cosa giusta?” disse Giada a bruciapelo.
“Certo! Produco cioccolatini che piacciono a tutti. Ma perché questa domanda?”
“Qualcuno sta avvelenando il torrente qui vicino ed il terreno è pieno di sostanze tossiche!”
“Nella mia fabbrica si svolge tutto in modo regolare!”
“Staremo a vedere.” concluse Giada e si allontanò.
Ardesia uscì dalla tasca dei pantaloni dell’amica sotto forma di farfalla e si posò sulla sua spalla.
“Non sei stata molto gentile.”
“Questi umani sono insopportabili!”
“Stai cominciando a provare dei sentimenti?” la stuzzicò Ardesia.
Giada cambiò discorso: “Organizziamoci per la missione: stanotte entreremo nella fabbrica e controlleremo condutture e impianti.”
“D’accordo capo!” rise Ardesia spiccando il volo, leggera ed aggraziata.
Era scesa la notte nella fabbrica.
La principessa si era introdotta nella sala degli impianti guidata dalla luce di Ardesia in versione torcia elettrica.
“Sembra tutto in ordine.” osservò Giada “Ci sono impianti di depurazione, non capisco…”
“Forse non è da qui che parte l’avvelenamento delle acque.”
In quel momento udirono dei passi. Ardesia si spense al volo e Giada si nascose dietro una tubatura.
Preceduto da una luce intermittente, un uomo avanzò nell’ombra.
Si avvicinò alla vasca che accoglieva le acque depurate e manovrò una leva: si udì uno scroscio di acqua fetida, poi l’uomo si allontanò in fretta.
“Presto, seguiamolo!” decise la principessa
Giada percorse i corridoi della fabbrica cercando di non perdere di vista il furfante.
Ma qualcuno le afferrò un braccio.
“Cosa ci fai qui a quest’ora?”
La voce arrabbiata era quella di Leo.
“Non sarai mica una ladra?”
“Ma che ladra! Sono qui per scoprire cosa succede! Ho appena visto un furfante che ha scaricato sostanze tossiche nell’acqua! E’ un criminale!”
“Ma davvero?” La voce metallica uscì dall’ombra.
Poi apparve un essere scapigliato, con la pelle verde e degli occhiali stravaganti.
“E tu chi sei?” si arrabbiò Leo.
“Sono Fetonte Tri-Fetente, l’alieno puzzolente! Vengo dal fetido pianeta Tri-Tossico.”
“E cosa vuoi da noi?”
“Voglio inquinare il Mondo così i Tritossici potranno venire a colonizzarlo. Le risorse del nostro pianeta sono esaurite e abbiamo bisogno di un altro ambiente. Sono già stato su altri pianeti, ma non ho trovato collaborazione. Qui è stato molto più facile: siete così stolti! State distruggendo la natura, state avvelenando tutto! Un ambiente ideale!”
“Tu sei pazzo!” esclamò Giada.
“C’è solo un problema: il mio rilevatore ha scoperto questa orribile valle, con questi spregevoli prati fioriti, con quel disgustoso torrente limpido, con un’aria così pulita e così irrespirabile! Quindi: prima avvelenerò la sorgente e poi sperimenterò una bomba disgustosamente tri-fetida di mia invenzione. Colpirò la vostra valle ed avvelenerò la Terra, completamente!!”
“Tu sei proprio folle!” gridò Giada cercando di fermarlo.
Ma l’alieno azionò un’arma ed una rete vischiosa cadde sui ragazzi, impedendo loro la fuga. La torcia di Giada cadde a terra, rimbalzando sul pavimento.
“Ora siete in mio potere!” sghignazzò Fetonte.
Giada e Leo erano rinchiusi in una fredda cantina.
“Ti devo delle scuse, Leo: non sei tu il responsabile dell’avvelenamento della sorgente. Ma non posso perdonarti il disboscamento! Avresti dovuto sentire i lamenti delle mie amiche Radici! Separate in un attimo dai loro amati Fusti!”
“Io volevo solo ingrandire la fabbrica e dare lavoro ad altre persone.”
“E al bosco non hai pensato? Ti sembra giusto rovinare l’equilibrio delle creature che lo abitano?”
“Hai ragione, ero così preso dai miei interessi che non mi sono reso conto di quello che stavo combinando!”
Giada sorrise, quel ragazzo cominciava ad esserle simpatico.
“Domani darò l’ordine di sospendere il lavoro e pianterò nuovi alberi nelle zone disboscate.”
Leo le prese la mano e la principessa sentì ancora quel brivido, una sensazione che non le dispiaceva affatto.
In quel momento Fetonte aprì la porta della cantina.
“E’ giunto il momento decisivo. Venite!”
L’alieno condusse Giada e Leo sul grande terrazzo che dominava la vallata.
“Ora assisterete al lancio della bomba inquinante!”
Ma un proiettile di fuoco, sibilando, piombò sulla terrazza, rovinando la festa a Fetonte.
“All’attacco!”
L’urlo di battaglia del generale Magma risuonò minaccioso come non mai.
Ardesia, sotto forma di berretto, volteggiò e si posò sul capo di Giada:
“Sono riuscita ad avvisare tuo padre che ha convocato le truppe del generale!”
“Grande Ardesia!”
Leo non credeva ai suoi occhi.
Il generale Magma attaccava con il suo esercito di Lava, Lapilli e Ceneri mentre il capitano Metano e la sua pattuglia di Gas circondavano Fetonte.
Ma con un balzo l’alieno afferrò Giada e, tenendola in ostaggio, si avviò verso una via di fuga.
“Non sparate!” gridò il generale Magma ai suoi soldati “Potreste colpire la principessa!”
L’artiglieria vulcanica si fermò immediatamente ma Leo si avventò sull’alieno.
Fetonte, preso alla sprovvista, lasciò andare Giada e balzò sulla sua astronave.
Il generale Magma fece un cenno al tiratore scelto Vesuvio che prese fiato ed eruttò alla grande. Un getto di lava colpì l’astronave ed una nube gassosa oscurò la visuale. Fetonte balzò giù dal veicolo prima che esplodesse in un trionfo di immondizia e bucce di banana.
L’esercito di Magma e la Pattuglia dei Gas esultarono, riponendo le armi in segno di vittoria. Fetonte venne immobilizzato mentre rideva come un matto, forse per effetto di qualche gas esilarante presente nella nube.
“Ora ti divertirai a pulire.” disse Magma “Ecco i sacchi per la raccolta differenziata!”
Intanto la luce del sole cominciava a rischiarare il cielo.
Per Giada e Leo era giunto il momento di salutarsi.
“Devo tornare nel mio Regno, il tempo a mia disposizione sta per scadere.” disse la principessa.
Leo la guardò intensamente.
“Rimani…”
“Non posso.” disse Giada allontanandosi “Devo riprendere il mio posto nel Regno del Sottosuolo. Ma è stato bello conoscerti, davvero.”
Giada sentì il suo berretto sussurrarle:
“Però, è un vero peccato…”
La principessa continuava a camminare senza voltarsi indietro. Non voleva dare ascolto ad Ardesia e tantomeno al suo cuore. Sentiva una strana sensazione, una pesantezza a cui lei, pur essendo una pietra, non era abituata.
E se si fosse trattato di quel sentimento che temeva mago Zolfo?
“Quando tornerò ad essere una gemma mi passerà, vero?” chiese Giada alla sua amica.
“Non lo so. Ma a te piacerebbe rimanere con lui?”
Giada sentì gli occhi riempirsi di lacrime: un altro elemento umano del quale non sapeva controllare gli effetti.
“Che mi succede, Ardesia?”
“Molto semplice!” esclamò il berretto trasformandosi in un fazzoletto “Ti sei innamorata! Succede agli umani, sai? Ma, al contrario di quello che diceva Zolfo, è una cosa molto bella. Leo ha rischiato la sua vita per salvarti e questo è amore.”
“Vorrei tanto restare…”
“Allora ci penso io!”
In un batter d’occhio, Ardesia si trasformò in un limone.
“No…” Giada intuì le intenzioni dell’amica “L’acido ti danneggerà! Sei una roccia tenera!”
“Lo faccio per te! E anche questo è amore!”
Tre gocce di limone caddero sul viso della principessa, come lacrime d’argento, e una luce accecante esplose in mille stelline scintillanti.
Dopo qualche anno da quella incredibile avventura, Giada e Leo si sono sposati ed hanno avuto due splendidi bambini. Leo continua a produrre cioccolata. Ha predisposto dei nuovissimi impianti ecologici ed ha sensibilizzato gli altri produttori affinché facciano altrettanto per tutelare l’ambiente. La principessa è diventata un’insegnante ed oggi è il suo primo giorno di scuola.
Giada entra in classe e si guarda intorno: ci sono tanti bambini sorridenti nei loro banchi e poi una cattedra, un armadietto, delle carte geografiche e…
I suoi occhi si velano di lacrime.
Sì, c’è anche lei, la lavagna! La sua cara amica Ardesia!
“Bambini, prendete i quaderni.” dice commossa mentre cancella la superficie nera e lucida.
“Ehi, attenzione, mi fai il solletico!” ride la lavagna.
“Ardesia, sei proprio tu?”
“Ma certo! Come potevo lasciarti da sola?”
“Ehi, ci sono anch’io!” esclama il gessetto.
“Paggetto Gesso! E questi colorati? Sono i tuoi figlioli?”
“Proprio così, sai come sono i giovani, seguono la moda…”
“Principessa! Ci sono anch’io!”
Anche il marmo del davanzale la saluta e, dopo di lui, il pavimento di granito e il porfido del giardino.
Così la principessa Giada ritrovò i suoi amici del Regno Sotterraneo dei Minerali e vissero tutti felici e splendenti!
La nuova maestra ha terminato di raccontare la sua storia.
Poi ha aggiunto, con dolcezza:
“Bambini miei, dobbiamo imparare ad amare e a rispettare l’ambiente per tutti i materiali preziosi che ci offre. La Natura è un immenso forziere pieno di tesori ed è così generosa che ci dona queste ricchezze ogni giorno, senza chiedere nulla in cambio, per permetterci di soddisfare tutte le nostre necessità.
Questo è il mio meraviglioso Regno, bambini, il Regno della principessa Giada e dei suoi amici.
E se vorrete conoscerlo meglio, basterà attraversare quella porticina magica ai piedi della vecchia quercia sul limitare della foresta, dove le gocce di rugiada incontrano i primi raggi di sole.
Ma, mi raccomando, che rimanga un segreto tra noi…”
Tiziana Colosimo